La tornitura non è un hobby economico. Dotarsi dell’attrezzatura indispensabile richiede un certo investimento iniziale, destinato ad incrementarsi nel tempo mano a mano che le esigenze crescono. E’ sbagliato risparmiare sulla qualità degli strumenti. E’ altresì sbagliato pensare di imparare a tornire da autodidatti guardando solo i tutorial in internet. Gli errori e le frustrazioni sono inevitabili e non è facile poi correggere le abitudini sbagliate e pericolose acquisite. Ci vuole sin dall’inizio un bravo maestro che vi insegni almeno la tecnica di base. Si comincia imparando a tornire tori e gole ma, con il maestro giusto, si riesce in pochi giorni a realizzare cose bellissime.
Non prendo in considerazione i grossi e pesantissimi torni professionali inamovibili e costosissimi, che necessitano di una alimentazione trifase e di un vero e proprio laboratorio ma solo i piccoli torni da banco per un uso sia professionale che hobbistico i quali debbono comunque essere di buona qualità. Ho visto in vendita in qualche hobicenter torni fatti in lamiera o tubo di acciaio leggero che sono veramente pericolosi perché serrando il pezzo si deformano e comunque vibrano e non consentono di tornire decentemente in sicurezza. Chi li compera e comincia ad usarli si accorge che i risultati sono disastrosi e pensa di essere negato e rinuncia a tornire mentre in realtà è lo strumento assolutamente inadeguato. Un tornio, anche se di piccole dimensioni, deve essere solido e stabile. Il mio è un tornio portatile ma è realizzato in i ghisa e pesa una quarantina di chili. Consente di tornire pezzi sino ad una trentina di centimetri di diametro ed altrettanti di lunghezza. Ho visto anche torni più piccoli ma utilizzati solo per realizzare delle penne. Con un tornio grosso o medio si possono lavorare sia pezzi grossi che piccoli mentre con un tornio troppo piccolo è impossibile lavorare pezzi grossi. Prestate attenzione alle caratteristiche del Cono Morse ed al tipo di filettatura perché condizionano la scelta degli accessori. Il controllo elettronico della velocità di rotazione è molto comodo ma è anche costoso. Il cambio manuale funziona benissimo, è più economico e, quando si prende la mano, è abbastanza rapido.
Il banco su cui appoggiare il tornio deve essere molto stabile. Potete anche auto-costruirlo ma deve essere realizzato in massello di adeguato spessore e non deve oscillare. Bisogna realizza il telaio senza un piano superiore onde consentire che i trucioli prodotti con la tornitura cadano verso terra e non si accumulino sul banco, vicino al motore ed alle parti rotanti sporcando la cinghia di trasmissione ed accelerandone l’usura.
I torni vengono venduti dotati solo di una punta di trascinamento e di una contropunta. Non bastano. E’ necessario dotarsi anche di un mandrino di buona qualità che consenta di serrare con forza e sicurezza il pezzo in lavorazione. Pensate a cosa succederebbe se un tronchetto di legno pesante alcuni chili schizzasse via ruotando ad un migliaio di giri al minuto. Non cercate di risparmiare sulla sicurezza. Per iniziare ho acquistato un Vicmarc VM100 M40x2 dotato di griffe standard che ho integrato acquistando anche le griffe a naso lungo. E’ altresì necessario disporre di un mandrino per trapano da 1,5 a 13 mm. con albero porta mandrino per Cono Morse adeguato al proprio tornio. Il mio è un Cono Morse 1 ma è più facile trovare accessori per il Cono Morse 2. Per i primi tentativi di tornitura mi sono dotato di una punta di trascinamento di sicurezza che, in caso di “piantata” gira liberamente senza trascinare il pezzo di legno. Poiché in vendita venivano offerte solo quelle per Cono Morse 2 mi sono dovuto rivolgere ad un amico fabbro per farmene tornire una su misura.
Non lasciatevi tentare dalle offerte di set di sgorbie e scalpelli ma acquistate solo quelle di buona qualità che realmente vi servono. Ricordatevi che quando tornite producete in pochi minuti chilometri di truciolo pertanto la sgorbia deve essere sempre ben affilata per tagliare e non per sfibrare il legno. Un acciaio molto duro terrebbe più a lungo il filo ma sarebbe fragile ed, in caso di “piantata” potrebbe spezzarsi e volare via con evidente grave pericolo per l’operatore. Un acciaio poco duro potrebbe piegarsi e comunque avrebbe bisogno di continue affilature. Comperare l’attrezzo giusto è fondamentale per tornire in sicurezza e con buoni risultati. Controllate che gli attrezzi che vi vengono offerti siano specifici per la tornitura del legno. Vi sono venditori che offrono set di scalpelli per scultura come se fossero idonei anche per lavorare al tornio senza rendersi conto del pericolo al quale vi espongono. Per iniziare ho acquistato A) una sgorbia a sgrossare 32 mm. con manico Hamlet B) una sgorbia a profilare con affilatura ad unghia 13 mm. C) una sgorbia a scavare 10 mm. con affilatura ad unghia D) un tranciatore fluted 2 mm con manico Sorby E) uno scalpello a talloni biconvessi 10 mm. (pigro) F) uno strumento per scavare multilame Sorby (Multityp) G) un bedano. Con questa attrezzatura è possibile tornire quasi tutto quello che desidera realizzare anche un hobbista evoluto.
Risulta essere inutile disporre di buone sgorbie se non si provvede a mantenerle costantemente affilate. Un legno duro ed abrasivo può costringervi a riaffilare anche dopo un quarto d’ora di lavoro. Con pochi euro si possono acquistare delle mole in qualsiasi hobbicenter. Fate però molta attenzione perché un acquisto sbagliato può danneggiare le vostre costose sgorbie. Innanzitutto la mola deve andare ad un basso numero di giri per non surriscaldare l’acciaio modificandone la tempera. Se mentre affilate l’acciaio cambia colore e diventa scuro vuol dire che il danno è fatto. Tenete sempre una bacinella di acqua vicino alla mola e le dita sulla sgorbia e raffreddatela appena sentite che l’acciaio si sta scaldando troppo. Attenti alla grana della mola che non deve essere troppo dura ed aggressiva. Preferite pietre più tenere (colore rosa o bianco) anche se dovrete sovente rettificarle spianandole con una apposita pietra (ci sono anche quelle diamantate). Una mola troppo stretta rende difficoltosa l’affilatura ad unghia delle sgorbie. Alla fine mi sono deciso ad acquistare una mola Creusen DML305 con due ruote diamantate diametro mm. 150 larghezza 37 grana 80 e 180 ed una velocità di soli 1400 giri. E’ costosa ma ha il pregio di non scaldare l’acciaio, di affilare rapidamente, non deve essere rettificata e dura molto a lungo se viene trattata con la doverosa delicatezza. L’acciaio si affila poggiandolo dolcemente sulla mola. Spingere con forza è solo dannoso, scava la pietra o danneggia la superficie diamantata. Attenzione a non modificare l’angolo di affilatura degli attrezzi. Per non sbagliare ho evidenziato su di una tavoletta i diversi angoli da utilizzare per i diversi strumenti ed effettuo controlli periodici.
Affilare è un’arte che deve essere insegnata da chi lo sa fare. In particolare l’affilatura ad unghia delle sgorbie è difficile da eseguire a regola d’arte a mano libera. Esistono tuttavia dei Jig che rendono il tutto incredibilmente più semplice. Utilizzo il kit di affilatura della Oneway con il relativo sostegno per sgorbie. In genere è sufficiente affilare il bisello primario ma se si vuole effettuare la tornitura di spessori sottilissimi (uno e due millimetri) è opportuno che, per la sgorbia a profilare, si affili anche un bisello secondario da lucidare a mano con una pietra ad acqua.
Un tornitore professionista deve possedere una sega a nastro che consenta di tagliare legname di grosso spessore: sono pesantissime e molto costose. Un hobbista può arrangiarsi con una sega circolare da banco. Diversi anni fa ne avevo acquistata una in un hobicenter con una spesa modestissima. L’avevo scelta in quanto aveva il piano di appoggio in alluminio pressofuso con due scanalature che fungevano da guida il che mi aveva consentito di auto-costruirmi due slitte che guidavano il pezzo da lavorare nei tagli dritti ed una slitta con una vite centrale che fungeva da perno e consentiva di ruotare il pezzo per effettuare molteplici tagli realizzando così un poligono con sempre più lati sino ad arrivare ad una forma circolare pronta per essere trasferita sul tornio. Il diametro della lama mi consentiva di tagliare pezzi spessi sino ad otto centimetri. Per tronchi o tavoloni più grossi utilizzo una motosega o più precisamente una elettrosega a catena ben affilata. Spendendo un poco di più si possono acquistare seghe da banco della Makita o della Bosh le cui caratteristiche sono nettamente superiori per comodità, versatilità e precisione di taglio.
Quando si tornisce si produce una quantità enorme di trucioli e quando si leviga la segatura diventa finissima e si spande nell’aria. Non bisogna respirarla. Io mi proteggo con mascherine 2P o 3P cioè in grado di trattenere polveri sottili. Non acquistate le P1 o peggio ancora quelle senza sigla perché si ha solo il fastidio di indossarle senza ottenere una reale Inizialmente acquistavo le mascherine di una marca molto nota che sono piuttosto costose ma poi ho provato marche meno blasonate, molto più economiche che funzionano egregiamente. Per riparare gli occhi e tutta la faccia uso una di quelle visiere con schermo protettivo che utilizzano i giardinieri quando falciano l’erba con il decespugliatore. Protegge bene, è possibile sostituire lo schermo quando si graffia, non fa sudare, consente di tenere i propri occhiali da vista ed ha un costo irrisorio. Quando levigo con tela abrasiva avvicino al pezzo in lavorazione la bocchetta di un aspirapolvere. Il problema è che il sacco-filtro si ostruisce e si riempie velocemente riducendo o annullando la sua efficacia e costringendo ad interrompere frequentemente il lavoro per svuotarlo. Per ovviare all’inconveniente ho collegato l’aspirapolvere ad un ciclone separatore auto costruito attraverso il quale faccio passare e sedimentare le polveri. Il risultato è sorprendente: nel sacco-filtro dell’aspirapolvere non arriva quasi nulla.
I pezzi torniti dai maestri non necessitano di levigatura con abrasivi. Invece per chi inizia vengono consigliati abrasivi dalla grana 180 alla 400. Io non mi vergogno a cominciare anche con la grana 80 se debbo eliminare graffi profondi e passo progressivamente a grane più fini sino alla 400 o alla 600. La regola è sempre la stessa: si procede con incrementi del 50%. (80-120-180 e così via). Dopo la levigatura si passa alla finitura. Le tecniche sono numerose, alcune più semplici altre più complesse. Si può cominciare usando un turapori e vernice acrilica trasparente oppure il trattamento può essere effettuato con cera da stendere mentre il pezzo gira al tornio.
Sembra banale ma per tornire il legno è necessario trovare …. il legno. Per cominciare ho utilizzato i rami potati degli alberi del mio giardinetto. Erano pochi, piccoli e fessurati. Anche il legname per il caminetto era difficilmente utilizzabile a causa delle fessurazioni che si formano quando si asciuga, così in primavera mi sono dedicato a lunghe passeggiate lungo il corso di un fiume per raccogliere rami spezzati dal vento e tronchetti divelti dalle piene invernali. I risultati sono stati modesti in quanto i rami spezzati sovente erano gravemente malati ed infestati da parassiti mentre i tronchi erano … troppo grossi da trasportare. Le passeggiate in campagna mi hanno consentito di individuare alcuni alberi appena tagliati e di proporre al proprietario un baratto: tre o quattro fette di tronco in cambio di una delle ciotole che avrei tornito. Ho subito compreso che il legno verde si tornisce benissimo ma che i guai cominciano quando comincia ad asciugarsi e fessurarsi. Solo dopo un anno di delusioni ho imparato, ad Aiguines, come trattarlo e come ottenere risultati incredibili. Ora mi rifornisco presso depositi di legname dove acquisto qualche tavolone di legno grezzo stagionato… Non tutti i depositi di legname vendono ai privati, pochi dispongono di essenze interessanti ed in ogni caso è necessario acquisire una certa esperienza nella scelta del materiale e nella trattativa per non pagare a peso d’oro legname di quarta scelta.