Da tempo sul mercato italiano del Fitness troviamo le pedane vibranti, per molti già fonte di successi, per altri attrezzi ancora poco chiari e ancora da conoscere.
Quali sono i principi fisiologici sui quali si basano, quali tipologie esistono e quali i limiti o pregi presentano questi innovativi strumenti di allenamento?
Il principio fisiologico alla base della stimolazione muscolare rimane un concetto complesso.
La vibrazione meccanica prodotta dalla pedana fa sì che il corpo reagisca immediatamente agli stimoli preposti.
La vibrazione generata dalla pedana destabilizza l’ equilibrio del corpo umano il quale, a sua volta, attiva diversi muscoli per ristabilire l’equilibrio perso. Cambiando l’angolazione delle articolazioni e la posizione sulla pedana, i muscoli che circondano l’articolazione interessata si allungano. Questo allungamento viene registrato dagli organi propriocettivi che inviano un segnale attraverso i nervi causando così una contrazione riflessa dei muscoli coinvolti.
Questo principio di lavoro interviene su diversi fronti nel nostro corpo, come sul sistema neuro muscolare, sulla circolazione, sulla cartilagine, sul tessuto osseo, sul sistema ormonale ed infine sui neurotrasmettitori; e proprio per questa vasta influenza, il loro utilizzo è oramai impiegato in diversi campi come lo sport, l’estetica, la fisioterapia, la geriatria ed il benessere in genere.
Risulta essere opportuno sapere che sul mercato esistono 2 tipologie di pedane che si differenziano per tipologia di movimento: le pedane sussultorie e le pedane basculanti.
Le pedane sussultorie lavorano sfruttando una vibrazione verticale dove il corpo stesso subisce uno scuotimento verticale. La vibrazione generata dalla pedana viene assorbita sia dalla struttura scheletrica, sia dall’apparato muscolare. L’allenamento che ne deriva è quindi di tipo muscolare, volto alla tonificazione dei principali gruppi muscolari, ma anche al miglioramento della circolazione e del drenaggio dei liquidi, andando pertanto a migliorare le zone soggette a cellulite.
Le pedane basculanti lavorano invece con vibrazioni laterali dove il corpo subisce lo scuotimento lateralmente (il movimento simulato si avvicina molto alla camminata). Con questa tipologia di pedana, la maggior parte della vibrazione viene assorbita dalla struttura scheletrica producendo un miglioramento del drenaggio dei liquidi, della circolazione.
Per dettagli sulle caratteristiche tecniche dei vari modelli è possibile vedere questo sito dedicato alle pedane vibranti.
Risulta essere molto efficace per la parte inferiore del corpo, mentre risulta meno impattante a livello muscolare. Le tipologie di lavoro che possono essere proposte possono essere raggruppate in 3 diverse categorie identificate
sulla base del tipo di lavoro, cioè: – lavoro isometrico: mantenimento di posizioni statiche con carico naturale o sovraccarico non superiore al 50% del peso corporeo; – lavoro dinamico: esecuzione di normali esercizi muscolari direttamente sulla pedana, svolti generalmente con l’uso dei sovraccarichi; – lavoro statico-dinamico: tecnica di lavoro che alterna esercizi isometrici a esercizi dinamici, svolto di solito con sovraccarichi. Risulta essere ovvio che un attrezzo del genere non può intendersi come sostituito della classica attività fisica. Sia gli atleti, sia le persone che vogliono restare in forma, devono affiancare all’utilizzo delle pedane una regolare attività fisica, inducendo degli stimoli allenanti attivi all’apparato muscolare corporeo.
Risulta essere consigliata per persone con osteoporosi poiché il miglioramento dell’apparto locomotore,muscolare ed osseo favoriscono la produzione di alcuni ormoni in modo del tutto naturale, quali GH e Testosterone, migliorando così la condizione delle ossa; agiscono favorevolmente nella prevenzione delle cadute poiché lavorano sui propriocettori dell’equilibrio ed infine, aiutano a migliorare la stabilità corporea generale evitando bruschi movimenti. Sono anche adatte a persone che non presentano patologie specifiche che puntano quindi ad integrare la loro regolare attività fisica con un supporto di ginnastica “passiva”.
La domanda che la maggior parte delle persone scettiche si fa è la seguente : “ma funziona veramente?”
Risulta essere oramai comprovata su più fronti l’efficacia di queste pedane, ma come tutte le cose, ogni esito è soggettivo e subordinato al tempo e modo di esecuzione. Ogni esercizio svolto sulle pedane non dovrebbe essere eseguito per più di 90 secondi e dovrebbe essere seguito da un sufficiente tempo di riposo per consentire il necessario recupero al Sistema Nervoso Centrale e a quello Periferico, entrambi sollecitati durante l’allenamento vibratorio . Lavorando sul sistema nervoso, è opportuno che l’allenamento con le vibrazioni sia eseguito non oltre le 3/4 volte alla settimana e che inizialmente il tempo di esposizione dell’esercizio non superi i 30 secondi. Per questi ridotti tempi di allenamento è ovvio che il risultato non sia del tutto immediato e che, se non affiancato da un lavoro cardiovascolare attivo e da una sana alimentazione, le aspettative potrebbe superare il risultato finale.