Dovete sapere che ogni cocktail viene servito nel suo specifico bicchiere. Tumbler, flute, gotto, coppa, calice, old fashion, highball… la lista è lunga. La presentazione del drink è importante, fondamentale secondo molti. Ma non è solo questo, la scelta è dettata anche da altro. L’apertura del bicchiere deve avere la giusta ampiezza per non far disperdere i profumi; lo stelo, in alcuni casi, deve essere lungo, di modo che le dita non modifichino la temperatura del drink; deve avere la giusta capienza per contenere il molto ghiaccio di quello specifico drink; deve essere sufficientemente spesso, o abbastanza alto, e così via.
Ma nel nostro party privato è davvero necessario averne ogni tipo a disposizione? Servendo un cocktail da flute, in un calice qualsiasi, sarà forse meno gradito ai vostri ospiti? Non credo proprio. In molte discoteche, per assurdo, i drink vengono serviti nei bicchieri di plastica usa e getta. Che orrore? Eppure la fila al bancone è sempre lunga. I bicchieri che avete a casa andranno benissimo, di qualsiasi forma e materiale essi siano. Sacrifichiamo un po’ la presentazione e lasciamola ai professionisti. Noi semplifichiamo.
Andiamo avanti: gli strumenti. Quelli del bartender sono parecchi, e alcuni davvero costosi. Ma sono tutti necessari? Per affettare un limone serve per forza il coltello dalla lama corta e biforcuta, che incide, seziona, e poi infilza? No: quello comune da cucina andrà benissimo. Per ottenere il succo di un’arancia è necessario un grosso spremiagrumi elettrico? No: quello manuale che già abbiamo è sufficiente.
Il ghiaccio deve essere di pura acqua cristallina, congelato a quell’esatta temperatura e in quelle diverse forme con una macchina del ghiaccio, riposto in un contenitore di cristallo, maneggiato con apposite pinze e tritato con uno strumento professionale? Per un bartender sarebbe il minimo. Noi usiamo l’acqua che beviamo normalmente, serviamolo aiutandoci con un cucchiaio, e tritiamolo in un frullatore, al più rompiamolo con un batticarne.
I drink vanno miscelati nel mixing glass, con un bar spoon, e, nel versarli, il ghiaccio va trattenuto con uno strainer? Vi chiedete cosa abbia detto? In pratica il mixing glass è un boccale in vetro, il bar spoon un cucchiaino dal manico lungo, e lo strainer, niente più che un colino. Non abbiamo nulla di simile in casa? Certo che sì. Semplifichiamo allora.
Lo shaker, ultimo esempio, si compra facilmente con dieci euro. Con un po’ di fortuna, e neanche tanta, si trova persino a cinque. Io lo comprerei: fa sempre il suo effetto. Ma non crediate che tutti i cocktail si preparano nello shaker, la maggior parte vanno solo mescolati. Shaker a parte, non serve che compriate altro: vi mostrerò come fare tutto con quanto avete già a disposizione. E non è neppure necessario stilare una lista: indicherò solo strumenti di uso comune.