Questa settimana parliamo della salvia.
Un destino nel nome: è il caso della salvia, che ha la stessa radice di salvare e di salus. Salvare, dunque, ma anche salute. Cleopatra si dice la utilizzasse come afrodiasiaco. Per i Romani era una sorta di panacea contro tutti i mali che doveva essere raccolta con un rituale particolare, senza l’utilizzo di oggetti di ferro, in tunica bianca e con i piedi scalzi e lavati. La Scuola medica di Salerno, una delle più famose del Medioevo, depositaria della conoscenza medica dell’antichità, l’aveva addirittura battezzata come salvatrix. Al giorno d’oggi è una delle piante aromatiche più utilizzate e apprezzate in cucina. Anche se, va detto, deve essere impiegata senza esagerare con le dosi: sulle carni, nelle zuppe, accompagnata ai formaggi, nelle frittate o fritta in pastella la salvia si presta a insaporire molteplici ricette. E ora, ecco alcuni utilizzi più curiosi.
Non abusarne in cucina
La salvia contiene un chetone complesso, il tujone, presente anche nell’assenzio. Questa sostanza, ad alti dosaggi, risulta tossica. Anche per questo bisogna avere moderazione nell’uso in cucina della salvia: è solo un aroma, non può essere mangiata come fosse un’insalata. La normativa europea con una direttiva del 22 giugno 1988, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri nel settore degli aromi destinati ad essere impiegati nei prodotti alimentari e nei materiali di base per la loro preparazione, fissa un tetto massimo all’uso della salvia: nell’allegato II, proprio in corrispondenza della voce tujone alfa e beta si legge che sono fissate delle restrizioni all’impiego di alimenti contenenti preparazioni a base di salvia corrispondenti alla misura di 25mg/kg.
Vino di salvia
Il nome non inganni perché si tratta, di fatto, di un digestivo. Per farlo servono 30 grammi di foglie di salvia da immergere e lasciar macerare per cinque giorni in 1 litro di un vino liquoroso a scelta (particolarmente indicato il marsala). Una volta filtrato il gioco è fatto: dopo cena aiuta a “mandar giù” anche i pasti più pesanti.
A difesa degli armadi
Se le tarme sono un problema e si vuole sperimentare un “disinfestante” fai-da-te la salvia fa al caso vostro e la fatica è azzerata: un rametto per ripiano e i vostri maglioni sono al sicuro.
Salto di mestruazioni
Se non sussistono motivi di preoccupazione collegati allo stato di salute generale della persona esistono alcuni rimedi naturali che possono dare un piccolo contributo al riequilibrio dell’organismo: tra questi, i naturopati suggeriscono proprio la salvia officinalis perché ricca di ormoni naturali.
Denti e gengive
È da sempre argomento di discussione: la salvia può in qualche modo favorire l’igiene e la salute della bocca? È opinione diffusa tra la gente comune, che, per esempio, sfregare una foglia di salvia sui denti li renda più bianchi e puliti mentre passandola sulle gengive abbia un effetto lenitivo. Qualcosa di vero sembra esserci: in particolare rimozione della placca e pulizia della lingua.
Usi cosmetici
Anche in questo campo i suggerimenti si sprecano, tutti, ovviamente, fai-da-te: in particolare pare che la salvia funzioni come tonico astringente, come maschera di bellezza per pelli grasse e come tintura per i capelli scuri.
Contro il sudore
Se si sono già percorse altre strade senza risultati, perché non provare a togliersi dall’imbarazzo di sudare con un rimedio naturale? 20 gocce due volte al giorno di tintura madre di salvia per circa un mese possono sortire dei buoni effetti se sono interessate zone limitate del corpo. Se la sudorazione è più massiccia, si può procedere con un infuso da applicare sulle parti interessate lasciandolo assorbire.
Topi astemi…
… grazie alla salvia. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Cnr di Cagliari la guida di Giancarlo Colombo ha scoperto e sperimentato che la pianta ha interessanti proprietà anche per la cura dell’alcolismo. Le radici secche della Salvia Miltiorrhiza sono da tempo diffuse nella medicina popolare cinese per curare alcune malattie del sangue, le cardiopatie, le epatiti, l’emorragie, i disturbi mestruali, l’edema e l’insonnia. Nei laboratori di Cagliari gli scienziati sono giunti alla conclusione che la salvia è efficace nel ridurre il consumo volontario di alcol nei ratti “dipendenti”: E’ stato dimostrato – spiega Colombo – che gli estratti di salvia miltiorrhiza ritardavano l’acquisizione del comportamento consumatorio in ratti che non erano stati precedentemente esposti all’alcol. Inoltre, riducevano il consumo volontario di alcol in ratti che ne avevano raggiunto un consumo stabile (modello della fase attiva dell’alcolismo umano) e, infine, sopprimevano l’aumento del consumo di alcol dopo un periodo di deprivazione.