Abbiamo diritto alla panna montata ma con riserva, dicono i nutrizionisti. Non capisco ma mi adeguo, replico io modestamente. E faticando a uniformarmi alle loro limitazioni, che peraltro comprendo benissimo, pronuncio panna montata a labbra socchiuse per rincuorarmi. Basta il nome.
Il fatto è che la panna montata risolve da sola il problema dessert, a volte proprio in qualità di monoingrediente (chi vuole un caffè, magari con panna?) altrimenti spalmata come copertura o infilata come farcitura, oppure semplicemente sistemata in un angolo del piatto.
Ma come si fa una seria panna montata?
Innanzitutto si devono raffreddare tutti gli utensili che servono. La frusta a mano, la ciotola e la panna stessa, tutto deve entrare in frigo con anticipo per uscire solo nel momento in cui si inizia a montare. Se ce ne dimentichiamo, basterà mettere per poco tempo gli attrezzi in freezer.
Purtroppo, se la panna non è fredda o se usiamo frusta e ciotola appena tolte dalla lavastoviglie, sarà più complicato montarla.
Abbiamo iniziato a montare energicamente la panna, ricordiamoci di non sortire l’effetto opposto, cioè montarla troppo. Ecco un metodo efficace: dopo che la panna inizia a gonfiarsi, capovolgete la frusta a testa in giù, se la panna resta ferma è pronta.
La panna si monta a mano, oppure con lo sbattitore elettrico. Nel secondo caso valgono le avvertenze precedenti, ma in frigo vanno solo le fruste, non tutto lo sbattitore. Iniziate a sbattere con una velocità bassa per poi aumentare gradatamente: le pareti di casa vi saranno riconoscenti.
Se volete aggiungere zucchero o aromi alla panna, dovete farlo quando comincia ad addensare, ma non è ancora pronta. Così avrete ancora a disposizione dei movimenti (di polso o elettrici) per emulsionare bene.
Regola da rispettare: assaggiate sempre. Potrete regolare di zucchero, aggiungere un pizzico di cannella. Poi assaggiate di nuovo, non si sa mai.