Gli effetti a pedale per chitarra sono utilizzati da più di 40 anni da artisti di fama mondiale, diventando sempre più vari e complessi a seconda delle necessità artistiche. Quando si costruisce una pedaliera però bisogna scegliere accuratamente la sequenza dei propri effetti, conoscendone bene il funzionamento in relazione agli altri.
Dovrai capire la differenza tra le varie tipologie di effetti per chitarra e come interagiscono con gli altri. I filtri vengono posti in sequenza subito dopo lo strumento, in questo modo riescono ad al meglio, essendo il suono d’ingresso pulito e non trattato. I filtri comprendono: Equalizzatore, Phaser e Wah-Wah. Dopo la sezione dei filtri, solitamente si inserisce un Compressore, che può riequilibrare l’eventuale perdita di segnale dovuta al filtraggio.
A questo punto si potrà aggiungere alla sequenza la sezione Distorsioni, che conferiranno al suono la quel tocco di timbrica aggressiva. Nel caso in cui il compressore non garantisca il giusto livello di distorsione, puoi inserire un Booster tra compressore e distorsione, in modo da aumentare a piacimento il livello di overdrive senza dover cambiare le regolazioni degli altri pedali. Cerca di gestire bene il livello di overdrive in modo da non influire negativamente sulla timbrica e l’equalizzazione del suono.
A questo punto si possono collegare gli effetti di modulazione, come Chorus, Flanger e Vibrato. Questi effetti vanno solitamente posti dopo le distorsioni, altrimenti il suono finirebbe per confondersi eccessivamente, ma nulla ti impedisce di sperimentare. In fase finale potrai collegare un pedale del volume, utile per fare degli swelling, ovvero aumentare il volume solo dopo aver suonato la nota, facendo suonare la chitarra in maniera simile ad un violino. Infine gli effetti Eco, come Delay e Riverbero che in questa posizione garantiscono una chiarezza al suono, evitando rientri nella catena, impedendoti di distinguere cosa stai